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INIZIARE O NON INIZIARE LA TERAPIA? CONTINUARE O MOLLARE?

GENERALE - 24/05/2020

"Nessuno abbandona alla leggera il suo attuale contatto con la realtà: è una scelta costellata di minacce e difficoltà. L’incoraggiamento di nuove costruzioni è un esercizio creativo che rappresenta chiaramente la forma più radicale che la psicoterapia può prendere”


Avete anche voi questi dubbi? È frequente per una persona non riuscire a decidere quando, come e con chi intraprendere un percorso terapeutico o decidere di abbandonarlo dopo solo uno o pochi colloqui.

Le situazioni più diffuse  sono rappresentate dalle persone che dopo il primo colloquio disdicono il secondo o non si presentano affatto, senza neanche avvertire. Per quali motivi?

1) Alcune persone prendono appuntamento con diversi professionisti e “fanno il giro” degli studi senza mai iniziare una terapia vera e propria

2) Altre persone interrompono la terapia non appena hanno qualche miglioramento 

3) Altre ancora ricorrono all’auto medicazione  dopo aver peregrinato tra vari professionisti in cerca della soluzione immediata

4) Alcune si affidano al tamponamento momentaneo, che poi diventa cronico, dei farmaci

5) Altre ancora dopo il primo colloquio valutano la non sostenibilità economica del percorso

6) Per ultime alcune persone già dopo il primo colloquio riferiscono di aver risolto il loro problema e questo si verifica soprattutto nella terapia a seduta singola, una metodica sviluppata proprio per massimizzare l'efficacia in un solo incontro (vd.articolo).

Nelle situazioni qui descritte, spesso il terapeuta sente minacciata la fiducia in sé  e la sua efficacia terapeutica e può  nascere il dubbio del fallimento.

Analizzando nel dettaglio quali possono essere i fattori che spingono una persona a queste precoci interruzioni sono:

Le aspettative magiche riguardo al  terapeuta e alla Terapia (“solo tu puoi aiutarmi velocemente”)

La posizione di passività (“dimmi cosa devo fare”)

La difesa del proprio malessere (“io non sto così male” oppure “sono fatto così”)

La sfida (“ma sei in grado di aiutarmi?)

L’essere costretti da altri (“sono qui perché mi ha mandato mia moglie”)

I vantaggi secondari (“vivo in città  e non ho bisogno di guidare, preferisco uscire con i mezzi”)

L’idea che il percorso sia per forza interminabile (“non voglio stare in terapia per anni”)

Le persone, inoltre, possono avere difficoltà nel decidere di iniziare o interrompere la cura anche per:

La vastità di scuole e indirizzi terapeutici disponibili VD ARTICOLO

La mancanza di tempo e/o risorse economiche

L'esperienza negativa di parenti o amici che non hanno trovato giovamento dalla terapia

Lo scetticismo che “parlare” possa modificare qualcosa

La scelta di “fare” (un viaggio, un corso ecc.) piuttosto che un percorso

La mancanza di garanzia circa l’esito 

La diffidenza nell’affidarsi a uno sconosciuto.

Se avete dubbi sull’iniziare un percorso, il mio consiglio è  cominciare  a informarsi in rete circa gli psicoterapeuti specializzati in quello che per voi è il  vostro problema, selezionarne un paio e analizzare i loro canali di comunicazione (sito, pagine social, LinkedIn ecc.), sceglierne uno e contattarlo per fissare un primo colloquio. Alla fine del primo colloquio o in un colloquio successivo è  importante, laddove siano emersi, affrontare i dubbi e le perplessità circa il lavoro del terapeuta. È  importante cercare altrove solo dopo aver espresso i vostri timori al terapeuta inIziale




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