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SONO ANSIOSO! COS'E' L'ANSIA GENERALIZZATA?

DISTURBI D' ANSIA - 08/11/2020

“L'ansia è l'interesse che si paga su un guaio prima che esso arrivi.”

Il Disturbo d’ansia generalizzata è caratterizzato dalla presenza di sintomi d’ansia e da uno stato di preoccupazione costante ed eccessiva, sproporzionata rispetto alla realtà dei fatti; i sintomi ansiogeni possono anche essere intermittenti ma spesso sono protratti nel tempo, anche in assenza di veri e propri fattori o eventi esterni che li scatenino.

I sintomi principali sono:

irrequietezza, tensione e nervosismo

facile affaticabilità

difficoltà o vuoti di memoria

irritabilità

tensione muscolare

alterazione del sonno

problemi del sonno, difficoltà respiratorie,  del ritmo cardiaco e del tratto gastroenterico.

Tali sintomi sono normali in certe situazioni di stress o in particolari periodi di vita, se transitori, ma costituiscono un disturbo d’ansia generalizzata quando si manifestano tre (o più) di questi sintomi con frequenza quasi giornaliera, in modo continuativo per almeno sei mesi. 

La persona vive un costante stato di preoccupazione per eventi o attività anche poco importanti che teme di non poter gestire, o per pericoli molto lontani dalla quotidianità e che si verificano raramente, ma che vengono percepiti come imminenti e minacciosi. La persona manifesta un significativo disagio e una compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo, nella famiglia e nelle aree più importanti della sua vita. È frequente infatti che una persona possa per esempio rinunciare a prendere la macchina per paura di perdersi in una strada nuova e allo stesso tempo evitare i mezzi pubblici per timore di non sapere a quale fermata scendere. 

Diversamente dagli altri disturbi d’ansia, in cui prevale la tendenza a concentrarsi su alcuni specifici timori, nel disturbo d’ansia generalizzato lo stato di apprensione non è determinato da un qualche fattore in particolare, quanto piuttosto da una realtà esterna vissuta come piena di minacce e di pericoli.

La maggior parte delle preoccupazioni eccessive sono relative a circostanze quotidiane come:

le routine da compiere,

responsabilità lavorative

problemi economici

salute propria e dei familiari

incidenti a persone care

incidenti nelle piccole attività quotidiane come le faccende domestiche

il far tardi agli appuntamenti presi.

Tutto ciò interferisce in modo significativo con il funzionamento psicosociale, perché l’oggetto della preoccupazione si sposta di continuo, da un ambito a un altro. Se infatti una preoccupazione particolare (come per esempio essere in ritardo per un appuntamento) viene smentita (arrivando in perfetto orario), ecco che subito ne sorge un’altra che intrappola la persona impegnandola con altri pensieri, come se fosse impossibile da rassicurare. 

Percependo il proprio ambiente come minaccioso, rilassarsi diventa un comportamento da incoscienti in quanto il pericolo potrebbe coglierci di sorpresa. Si può pensare di far bene a preoccuparsi perché in questo modo la persona sarà pronta ad affrontare qualsiasi evenienza. Non solo. Avrà anche la possibilità di evitare che le cose possano peggiorare. In questo modo si instaura uno stato mentale in cui la tranquillità determina una sensazione di vulnerabilità, mentre l’allerta diventa l’unica forma di sicurezza possibile.

Per mantenere costante l’allerta, il pensiero deve essere sempre all’opera. Il rimuginare diventa un modo per affrontare le situazioni, controllare la realtà e prevenire i problemi. L’attenzione può arrivare a focalizzarsi senza sosta sui potenziali pericoli. Anche se possiamo riconoscere razionalmente che il mondo non è poi così pericoloso, tuttavia non tolleriamo più l’incertezza degli eventi: qualsiasi esito negativo, di per sé, risulta insopportabile. Alla fine, solo la certezza assoluta della sicurezza viene ritenuta un criterio accettabile per tranquillizzarsi e questo, a sua volta, favorisce ulteriormente il rimuginio come forma di controllo e prevenzione delle situazioni di vita. Il rimuginio, ovvero il continuo pensare e ripensare agli eventi negativi che potrebbero capitare, con l’obiettivo di prevederli, prevenirli e prepararsi a affrontarli, permette alla persona di trovare le soluzioni possibili per gestire le minacce percepite. Le persone percepiscono il rimuginio come incontrollabile, non riescono a interromperlo sebbene avvertano un aumento del malessere correlato a tale stile di pensiero, in quanto è proprio l’atto del rimuginare ad accrescere ulteriormente i sintomi ansiosi, creando un vero e proprio circolo vizioso che si autoalimenta.

Quando poi la persona che soffre di ansia generalizzata arriva a capire il funzionamento del rimuginio e tenta di liberarsene, tende a distrarsi, a non pensare o a cercare rassicurazioni: tali strategie però risultano alla lunga deficitarie, in quanto mantengono e alimentano il disturbo. Solitamente le strategie utilizzate sono:

Cercare di distrarsi e cercare di controllare il proprio pensiero al fine di sopprimere le preoccupazioni come, ad esempio, tenersi impegnati per distrarsi dai pensieri preoccupanti;

Evitare le situazioni che generano ansia e preoccupazione come per esempio evitare di leggere i giornali o di seguire i notiziari per non venire a conoscenza di notizie potenzialmente preoccupanti o rinviare alcune attività per il timore di risultati non soddisfacenti;

Cercare continue richieste di rassicurazione al fine di interrompere i rimuginii.

Questi comportamenti contribuiscono solo momentaneamente alla riduzione delle preoccupazioni e dell’ansia. Con il passare del tempo rinforzeranno il disturbo d’ansia generalizzato. Nella continua ricerca di rassicurazioni, la persona potrebbe ottenere risposte contrastanti da varie fonti, aumentando, piuttosto diminuire, le proprie preoccupazioni.




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