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GLI UNIVERSITARI HANNO DELLE DIFFICOLTA'?

DISTURBI D' ANSIA - 06/12/2020

“Si è uno studente finché si ha ancora qualcosa da imparare, e questo significa per tutta la vita” 

Quante volte abbiamo sentito genitori e amici di famiglia recitare, spesso quasi a memoria, racconti nostalgici degli “anni dell’Università”. I bei tempi andati. Racconti di un’indipendenza più o meno conquistata e di una vita intrisa di affetto e socialità.

Per molti il periodo dell’università rappresenta sicuramente uno dei momenti più belli della vita, in quanto finalmente si studia quello che più piace (o almeno così dovrebbe essere) e ci si può autogestire, ma a volte si può incorrere a difficoltà non sempre risolvibili da soli, in merito ad esempio a tematiche quali amicizia, amore, sessualità, alcool e droghe. 

Gli anni dell'università risultano essere una fase della vita molto importante per lo sviluppo di una buona realizzazione di sé, ma, a volte, il percorso può rilevarsi più difficile e travagliato del previsto perché bisogna adattarsi ad un nuovo stile di vita, cambiare il metodo di studio e l’ambiente sociale con cui ci si relaziona. 

All’inizio magari lo studente proverà un senso di euforia per poter finalmente avere la totale libertà, ma poi possono susseguirsi difficoltà di autogestione, il sovraccarico di lavoro, la costante pressione a ottenere risultati, la competizione con i pari, la mancanza di tempo libero. La convivenza con altre persone che si conoscono poco può risultare particolarmente ostica, soprattutto per chi non è abituato a condividere i propri spazi. Inoltre uno studente solitamente si sente oppresso dalle aspettative degli altri, in primo luogo dai genitori, e vive con il timore di deluderli, soprattutto dati i sacrifici che stanno facendo per mantenerlo all’università.

Tra i segnali di disagio psicologico che possono presentarsi troviamo:

 - Ansia legata soprattutto agli esami, ma che può presentarsi anche in riferimento ad altro;

 - Attacchi di panico;

 - Difficoltà relazionali e isolamento;

 - Paure immotivate;

 - Stanchezza e incapacità di svolgere qualsiasi attività, anche piacevoli;

 - Problematiche legate al sonno;

 - Sentimenti di svalutazione;

 - Irritabilità, scatti di ira e aggressività;

 - Sentimenti relativi alla mancanza di una possibilità di aiuto e/o di una soluzione;

 - Perdita di appetito o abbuffate con cambiamenti evidenti del peso corporeo,

-uso di sostanze stupefacenti o alcool.

Oltre alle difficoltà psicologiche, si possono presentare difficoltà relative alla preparazione degli esami stessi, come ad esempio: il saper gestire le frustrazioni, il saper gestire adeguatamente il tempo da dedicare allo studio, il sapersi automotivare quando è necessario, il sapersi concentrare anche per ore, il saper quando e come chiedere aiuto, il possedere un metodo per affrontare i testi di studio, l'aver una velocità di lettura flessibile, memorizzare e richiamare l'informazione quando richiesta, le possibili difficoltà di comprensione, di concentrazione, di memorizzazione

Un periodo di crisi universitaria può capitare quindi a tutti gli studenti; si tratta, pertanto, di una cosa comune e “fisiologica”. Il problema si fa serio quando le difficoltà diventano insormontabili per lo studente, causando lunghi periodi di inattività universitaria o, nei casi peggiori, l’abbandono degli studi. Le difficoltà a studiare all’università possono palesarsi in momenti differenti del proprio percorso accademico e possono pregiudicare la possibilità di avere successo all’università e di riuscire a laurearsi in tempo.

  • Difficoltà a dare gli esami all’inizio dell’università

Il primo anno rappresenta senza dubbio uno scoglio che non tutti hanno la capacità o la voglia di superare. La ragione prevalente è data dalle difficoltà negli studi,  le matricole spesso sono studenti che hanno sottovalutato l’impegno o  non sanno come pianificare e affrontare lo studio. Un’altra ragione per cui le matricole abbandonano l’università è che hanno scelto la facoltà a cui iscriversi con superficialità. Ora, se lo studente si ritrova in questa situazione, è ancora in tempo per cambiare: il consiglio che mi sento di dare è  innanzitutto non ascoltare coloro che vogliono condizionarlo; deve decidere lo studente stesso cosa è meglio per se. E' importante chiedersi cosa desidera, che cosa gli piacerebbe fare nella vita e quali sono le sue reali inclinazioni. Lo studente deve valutare il più oggettivamente possibile la sua preparazione: non deve sottovalutarsi e non sopravvalutarsi. 

  • Difficoltà a dare gli esami a metà del percorso universitario o comunque dopo il primo anno

Le difficoltà a studiare all’università potrebbero manifestarsi nel bel mezzo del cammino.  Quella più comune in questa fase è la demoralizzazione dovuta a un rendimento non conforme alle tue aspettative. Un altro motivo tipico per cui ci si rallenta con gli studi è la distrazione. I fattori di distrazione sono numerosi: questioni personali, stati d’animo, eventi esterni, altre attività a cui ci si dedica (lavorative o non). Se lo studente vuole superare questa fase deve affrontare tutti i fattori di distrazione eliminandoli.

  • Difficoltà a dare gli esami verso la fine dell’università

Se lo studente ha delle difficoltà a studiare all’università quando ormai è quasi giunto alla laurea significa fondamentalmente che è sfinito, in quanto gli sembra di non terminare mai! Un altro motivo potrebbe anche essere la paura di assumersi le responsabilità che derivano dall’affrontare la vita una volta conseguita la laurea. Parliamoci chiaro: per la maggior parte degli studenti con la fine dell’università finiscono le certezze e iniziano le incertezze sul proprio futuro. In entrambi i casi – sfinimento o paura – si possono affrontare le difficoltà a studiare all’università facendo leva sulla propria motivazionepensando al traguardo: lo studente deve dimostrare a se stesso e agli altri quanto vale, piuttosto che lasciarsi bloccare da inutili paure.

Le ricerche hanno dimostrato che è possibile mettere in atto degli interventi preventivi sul metodo di studio che permettano di ridurre l’impatto dello stress accademico sulla salute  degli studenti. Inoltre hanno evidenziato che  affidarsi ad uno psicoterapeuta rende più basso il rischio di un abbandono irragionevole degli studi, specialmente nel corso del primo anno dove esso risulta essere più alto. 



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